Quest’anno con Annie Ernaux sono diciassette le donne che hanno ricevuto il Nobel per la Letteratura su 117 premi assegnati alla “categoria” dal 1901, anno d’esordio della cerimonia. Titolo espressione della volontà di Alfred Nobel che – nel testamento datato Parigi, 27 novembre 1895 – destinò una quota: “alla persona che abbia prodotto nel campo della letteratura l’opera più notevole con uno slancio ideale”. Ad oggi, ricordiamolo, sono sei le categorie istituzionalizzate per i Nobel: Fisica, Chimica, Medicina o Fisiologia, Letteratura, Pace e Scienze economiche. La Fondazione Nobel, che assegna i premi, stabilì queste categorie nel 1895, quando il testamento del fondatore Alfred Nobel fu letto e “interpretato” per la prima volta.
Dunque, pur considerando che negli anni del primo Novecento le donne che potevano permettersi di studiare e scrivere erano davvero poche, il divario di genere resta in tutta la sua enormità. Non solo nella letteratura, il primato maschile è infatti schiacciante anche nelle altre categorie del premio. I dati pubblicati sul sito della Fondazione Nobel sono ineccepibili: dall’istituzione del premio (oltre un secolo fa) i vincitori nei sei campi in cui viene assegnato il riconoscimento dai governi svedese e norvegese sono stati in maggioranza uomini bianchi americani.
La lista
Poete, scrittrici e narratrici premiate
Annie Ernaux nel 2022: “per il coraggio e l’acutezza clinica con cui svela le radici della memoria personale”.
Louise Glück nel 2020: “per la sua inconfondibile voce poetica che con l’austera bellezza rende universale l’esistenza individuale”.
Olga Tokarczuk nel 2018 (assegnato nel 2019): “per un’immaginazione narrativa che con passione enciclopedica rappresenta l’attraversamento dei confini come forma di vita”.
Svetlana Alexievich nel 2015: “per la sua opera polifonica, un monumento alla sofferenza e al coraggio nel nostro tempo”.
Alice Munro nel 2013: “maestra del racconto breve contemporaneo”.
Herta Müller nel 2009: “con la concentrazione della poesia e la franchezza della prosa, dipinge il panorama dello spodestato”.
Doris Lessing nel 2007: “cantrice dell’esperienza femminile che con scetticismo, passione e potere visionario ha messo sotto esame una civiltà divisa”.
Elfriede Jelinek nel 2004: “per il flusso melodico di voci e controvoci in romanzi e testi teatrali, che con estremo gusto linguistico rivelano l’assurdità dei cliché sociali e il loro potere”.
Wislawa Szymborska nel 1996: “per la poesia che con ironica precisione permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti di realtà umana”.
Toni Morrison nel 1993: “in racconti caratterizzati da forza visionaria e rilevanza poetica dà vita ad un aspetto essenziale della realtà americana”.
Nadine Gordimer nel 1991: “con la sua scrittura epica magnifica è stata di notevole beneficio all’umanità”.
Nelly Sachs nel 1966: “per la sua scrittura lirica e drammatica eccezionale, che interpreta il destino d’Israele con resistenza commovente”.
Gabriela Mistral nel 1945: “per la sua lirica, ispirata da forti emozioni, che ha fatto del suo nome un simbolo delle aspirazioni idealistiche dell’intero mondo latino americano”.
Pearl S. Buck nel 1938: “per le sue ricche ed epiche descrizioni della vita contadina in Cina e per i suoi lavori autobiografici”.
Sigrid Undset nel 1928: “principalmente per le sue potenti descrizioni della vita del Nord durante il Medioevo”.
Grazia Deledda nel 1926: “per la sua ispirazione idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi”.
Selma Lagerlöf nel 1909: “per l’elevato idealismo, la vivida immaginazione e la percezione spirituale che caratterizzano le sue opere”.